Il Reiki
Attorno al 1870 Mikao Usui, monaco cristiano giapponese, diede nome ad un nuovo metodo per l’autoguarigione, il Reiki : dal giapponese appunto Rei – energia universale, ki – energia vitale. Grazie a Takata e Hayashi, due discepoli di Usui, ha fatto il giro del mondo ed è stato in parte occidentalizzato e schematizzato, ordinato. Il Reiki promuove il benessere psico-fisico, emotivo e spirituale, attraverso la canalizzazione dell’energia Rei; ovvero il praticante connettendosi con se stesso entra in uno stato meditativo profondo, si stima vengano emesse dal cervello le onde alpha, funge da canale. Durante una sessione, di durata di un’ora ca., il praticante dopo una sequenza ben precisa di posizioni che porta il ricevente a rilassarsi e promuovere il fluire dell’energia, esegue un bilanciamento dei chakra (in sanscrito ruota) oppure un armonizzazione degli organi che necessitano sostegno, si sa che una malattia prima di essere tale origina da un blocco-squilibrio energetico nei diversi strati aurici. L’operatore volendo può ricorrere all’uso di alcuni simboli, che gli vengono passati durante lo studio della tecnica, con la potenzialità di smuovere e promuovere una frequenza particolare, quale può essere l’Amore universale o la Volontà del 3° chakra. Il reiki è una tecnica del tutto energetica e intuitiva applicabile a qualsiasi altro metodo, integrata assicura una maggior efficacia. Personalmente la uso assieme allo shiatsu e alla riflessologia plantare oppure da sola, perché nonostante essa sia di natura più sottile a confronto di altri trattamenti lavora ugualmente anche sul piano fisico, risulta dolce, piacevole e non invasiva.
Il metodo Reiki da me usato è il metodo Harry T.
Giada Martignago
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